Vulcano
l'isola del fuoco
Dopo Lipari, l'isola più nota dell'arcipelago delle Eolie è Vulcano. Separata da Lipari da un sottile braccio di mare largo appena un chilometro, Vulcano è riuscita a conservare quasi immutate la sua natura di isola sui generis: quattro crateri testimoniano l'origine vulcanica di questa isola, il più grande dei quali è il Vulcano della Fossa che spesso fa respirare i suoi fumi sulfurei. Chi visita Vulcano non può non notare la vicinanza tra cratere e centro abitato: da questo cono attivo dipende la vita degli isolani, sia spirituale che economica. La natura di questa isola si scopre attraverso l'escursione al cratere: un'immersione nei colori della vegetazione più selvaggia che lascia intravedere le profonde vallate modellate dall'attività vulcanica e i lussureggianti cespugli di profumate ginestre. Il riconoscere che nel passato, le forze della natura si siano scatenate modificando profondamente le forme del paesaggio, suscita nel visitatore uno strano timore "religioso". A poche decine di metri dal mare, nei pressi di Porto di Levante e ai piedi del promontorio detto del Faraglione della Fabbrica, si trova un laghetto di fanghi termali. L'accesso è pubblico e rappresenta il massimo divertimento dei turisti che possono immergersi in queste grigie acque vulcaniche per uscirne interamente ricoperti di fetido fango. Questa opera terapeutica trova la sua naturale conclusione nelle acque di Porto di Ponente, dove si trovano le spiagge di sabbia nera, luogo da raggiungere dopo essersi piacevolmente rilassati con l'idromassaggio naturale delle fumarole sottomarine. Ma Vulcano non è solo "fumarole" (esalazioni ad alta temperatura di vapore acqueo, zolfo e anidride carbonica che si sprigionano dal cratere e da fessure del terreno); sono state portate alla luce, infatti, anche numerose tombe rupestri, ricavate nel tufo, a testimonianza della sacralità del luogo.
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